domenica 17 agosto 2014

CIE o non CIE questo è il dilemma? Non più!



Forse lo spunto di questo ottimo post di Alfonso Fuggetta:  Piccolo vademecum sull’Identità Digitale 
gli è stato dato da alcune mie affermazioni su twitter che gli avranno fatto nascere l'idea o la voglia di
chiarire definitivamente ed in modo semplice i vari concetti in gioco.


Ben fatto. Quello che vorrei solo aggiungere è un po' di memoria storica di chi, avendo vissuto dal di dentro la nascita della CIE, sa quanto tempo e quante risorse si sono disperse e dove avremmo potuto essere se solo questo non fosse successo.
Era il lontano 1994, ben 10 anni fa, io seguivo alcuni dei progetti che nascevano parallelamente alla CIE per sfuttarne le potenzialità che il progetto CIE aveva come potenzialità.
Alcuni comuni, tra i più importanti ricordo: Imperia, Catanzaro, Trapani come anche altri minori, avevano sviluppato un portale che, attraverso l'identificazione via CIE del cittadino, offriva già allora accesso all'Anagrave Tributaria, in alcuni casi ai dati Catastali e cosi via.
Dietro le quinte, tecnologicamente parlando, si era veramente all'avanguardia, significava dare al cittadino quello che oggi è un auspicio dell'attuale governo ovvero uno strumento unico, o meglio un identità digitale univoca, per accedere ai propri dati partendo dal proprio comune per poi andare verso lo stato centrale.
E tutto questo c'era già dieci anni fa, cosa sia poi successo o se ancora oggi questo sia ancora possibile, nei comuni suddetti, non lo so, ma aver avuto questo tipo di esperienze e sentire oggi ancora parlare di ANPR, SPID quando le basi tecnologiche, forse non politiche, c'erano eccome, questo mi lascia perplesso e preoccupato. Non è mai stata la tecnologia a mancare o la capacità di usarla che è mancata, ma la voglia di costruire processi duraturi, pervasivi, efficaci, e non ricominciare ogni nascita di un nuovo governo o nuovo direttore generale dell'agenzia di turno.
DDU o CIE non è questo il problema, ma fare scelte strategiche chiare e lungimiranti.

mercoledì 6 agosto 2014

La strategia bottom up, primo test. Funzionerà?




Si è tenuta ieri, come preannunciato da vari giornali, la prima riunione indetta dal Ministro Marianna Madia, la prima perché non sarà l'unica, infatti la prossima è già stata concordata per il 15 Settembre.
L'intento della riunione era, dico era perché dai primi commenti sembra che l'obiettivo alla fine sia stato tutt'altro, rilanciare l'Agenda Digitale con una metodologia Bottom UP. Infatti il ministro ha convocato vari rappresentanti dei Ministeri e rappresentati delle più importanti aziende-agenzie della PA.
Erano presenti: il ministro Madia, ovviamente, che ha introdotto la riunione ma dopo solo pochi minuti ha lasciato la riunione delegando alla guida il suo collaboratore su questi temi Paolo Coppola, Stefano Quintarelli, la nuova DG di AgID Alessandra Poggiani, che per inciso è stata presentata come tale, vari Ministeri tra i quali Giustizia, MISE, il MEF con suoi 3 responsabili ICT e le sue tre agenzie, Interni, Difesa, Esteri, Trasporti, Salute, Miur ed anche i Carabinieri. Presenti anche la Consip, Sogei, Inail, ma forse le presenze più inusuali erano Cottarelli, ma quando si tratta di spending review ancora è lui l'uomo giusto, Gutgeld consulente per i temi economici del Premier. C'è da dire che sia Cottarelli che Gutgeld hanno lasciato la riunione dopo poco.
Ora andiamo sui contenuti, il vero obiettivo lo enuncia Coppola: "progetti di razionalizzazione processi, ma soprattutto, portate proposte di spending review". Ed è su queste ultime due parole che il focus è alto.
Non mancano certo altre proposte, Min. Giustizia ricorda l'avvio del processo civile telematico che porta 40 Mi€ di risparmio. Consip ribadisce il tema fondamentale della Trasformazione Digitale, ma soprattutto andare oltre ICT, passando per il Patto per la Sanità Digitale, inoltre rammenta che dei 16Mld di gare aperte 8 sono per l'Agenda Digitale. Il MISE parla del TELELAVORO per ottenere risparmi ecc.
Infine l'atteso intervento di A.Poggiani, DG di AgID, che propone 4 ambiti di collaborazione AgID e PA Centrali.
1. Razionalizzazione spesa. Razionalizzazione strutture. Ricaduta su spesa locale.
2. Processi. Collaborazione e integrazione, generano risorse.
3. Programmazione comunitaria. Coordinamento POR regionali.
4. Crescita economica

Il nuovo DG di AgID, nell'ambito della razionalizzazione della spesa, suggeriva di creare un osservatorio della spesa ICT, (ricordate? spending review come primo obiettivo) peccato che abbiamo già AVCP, oltre che l'ANAC, e non dimentichiamo Assinform che non fa proprio questo mestiere ma…
Certo questo non è tutto, ma è quanto basta per farsi un idea del metodo Bottom UP.
Un successo? Il primo impatto, sicuramente superficiale, non lascia trasparire una strategia precisa, una guida puntuale ed obiettivi precisi, sebbene da affinare. Non ci resta che aspettare.
Si, aspettiamo ancora, aspettiamo il 15 settembre. E poi?