mercoledì 29 aprile 2015

“…non dobbiamo resistere, dobbiamo combattere…” A proposito di Agenda Digitale



“…non dobbiamo resistere, dobbiamo combattere…”

Queste parole le disse Alessandra Poggiani in una mia intervista a dicembre dello scorso anno.
Qualche mese dopo sappiamo tutti come è andata a finire, la Poggiani ha lasciato AgID e siamo tutti in fervente attesa di sapere chi sarà il nuovo DG dell’Agenzia.
E’ notizia di oggi (29 aprile) che il servizio studi della Camera, che effettua un monitoraggio sull'attuazione dell’Agenda Digitale in Italia, ha rilevato parecchi ritardi. Dei 67 adempimenti solo 37 risultano essere stati adottati.
Da una parte un battuta di arresto, viste le dimissioni del DG di AgID, dall'altra la lentezza di una delle massime istituzioni ad adempiere a quanto essa stessa aveva pianificato.
Poi c’è una pattuglia di volontari, qui mi riferisco ai Digital Champions, a parte qualche polemica sul loro ruolo e la loro scelta che è stata fatta in questi giorni, sono tanti e provano a dare una mano.
Ma questo a volte può risultare impossibile. Si avete letto bene IMPOSSIBILE.
La gratuità e la qualità del servizio che ogni DC è in grado di mettere a disposizione della società civile non è da mettere in discussione. Ma cosa succede quanto tutto questo non è voluto/utilizzato?
Non voglio parlare del mio caso specifico, anche se è questa mia esperienza personale da cui prendo spunto, ma vorrei farne una riflessione più generale a disposizione anche di Riccardo Luna che tutto questo ha voluto. Che io abbia condiviso questa sua scelta, quella di avere un DC per ogni comune, è una certezza e quando fui nominato DC per il mio Comune ne fui orgoglioso. Mi promisi di essere parte attiva. Cosi' ho fatto. Comunicai al sindaco questa situazione, il quale ammise di essere completamente ignaro dell’esistenza di queste figure e ne sembrò contento. Passò un po’ di tempo, niente succedeva.  Lo avvertii che sarei stato al Digital Day sulla Fatturazione Elettronica verso la PA, cosi avrei potuto avere più informazioni con il solo scopo di rendermi utile per i cittadini del mio Comune. Suggerii di aprire uno sportello di informazioni visto l’approssimarsi del 31 Marzo.
Ancora niente, sollecitai, niente. Scrissi direttamente all'assessore ai Sistemi Informativi. Già, un comune che ha l’assessore ai sistemi informativi fa sperare bene. Con mia sorpresa fui ricevuto, onestamente anche il Sindaco mi ricevette, e fu un tripudio di cose da fare, sembrava una bella cosa che sarebbe stata molto utile. Si chiuse, quell'incontro, con un “ci si risente presto”. Ribadii, a scanso di equivoci, che il tutto non era legato a nessuna forma di compenso, ero un Civil Servant.
Un altro mese è passato, non mi do' per vinto, chiamo direttamente l’assessore. Ancora volta manifesta il suo interesse, mi avrebbe chiamato il giorno dopo (non è mai successo). Bene, si fa per dire, finisce qui la cronistoria.
La domanda generale è: cosa fare?  “…dobbiamo resistere, dobbiamo combattere…” o mollare?
E’ frustrante voler mettere a disposizione il proprio knowhow, la propria esperienza, per una comunità, che sono certo ne trarrebbe vantaggio, e non poterlo fare.
Il tutto poi se si pensa che le persone che ho avuto modo di incontrare sono giovani ed “apparentemente” interessate al modo “digitale”, all'uso di questo mondo per migliorare la cosa pubblica.